Ma tanto, non ti costa comunque fatica?
Conosco benissimo l’urgenza che si prova quando stiamo male (mentalmente, emotivamente o fisicamente che sia) e vogliamo sentirci meglio il prima possibile.
Il bisogno, ancor più che il desiderio, di una bacchetta magica che, con un sol tocco, risolva tutto.
Purtroppo, non funziona così. Forse possiamo liberarci al volo del sintomo - e manco sempre. Ma se non lavoriamo sulla causa, sul motivo alla base del nostro malessere, è solo questione di (poco) tempo che quello torna, forse urlando ancora più di prima.
Perché, come diciamo sempre, quel malessere è un messaggio e sta cercando di dirci qualcosa di molto importante.
Per agire su quella causa profonda, alla base della nostra sofferenza, non ci sono scorciatoie, epifanie, bottoni on-off. C’è solo un percorso che, passo dopo passo, ti conduce verso la meta più preziosa di tutte: te stessə e il momento presente.
Prima è un respiro.
Poi è una consapevolezza.
Poi è un pausa.
Poi è una scelta diversa dal solito.
Poi una pratica quotidiana.
Poi una risposta spontanea.
Poi è semplicemente come ti relazioni - con te stessə, con gli altri, col mondo.
È la via per le abitudini migliori, le famose risoluzioni di inizio anno che ormai a Giugno sono belle che dimenticate, sommerse dal pilota automatico che ha ripreso il controllo del timone.
E può sembrare faticoso impegnarsi in questo senso, ma rimanere sulla “vecchia strada”, sulle “cattive abitudini” e continuare ad alimentare questi sintomi così pesanti e fastidiosi non è forse altrettanto faticoso?
E quindi da dove si parte? Come si fa a muovere i primi passi?
Come dicevamo, “prima è un respiro”. Il respiro è la chiave di tutto, la base della vita e quindi anche del presente. È la porta d’ingresso per la consapevolezza, che ti permette di togliere il pilota automatico e scegliere secondo i tuoi veri bisogni. Il respiro è quello che, passo dopo passo, ti aiuta ad ascoltare il messaggio che il malessere porta e risolverlo.
Il respiro è la base di tutte le pratiche contemplative, che hanno tutte un’obiettivo comune: stare nel presente.
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